martedì 21 gennaio 2025

Quello che nessuno dice sull'economia Argentina ed il Piano Milei

Iniziamo da ciò che già sapete e quello di cui tutti vi parlano: Javier Milei si è ufficialmente insediato alla Casa Rosada come Presidente dell'Argentina il 10 dicembre 2023. In quei giorni c'è una principale e significativa emergenza nel paese che è l'inflazione. Sulla lotta a quest'ultima Milei ha sostanzialmente costruito il suo (inaspettato per molti) successo elettorale. L'inflazione è quindi la problematica a cui Milei mette istantaneamente mano appena insediatosi e di seguito trovate una diapositiva di quanto poteva vedere Milei la mattina del 10 dicembre consultando i dati di INDEC (l'ISTAT argentina):


Grafico 1: IPC variazioni mensili

I dati registravano una variazione del 25% a dicembre 2023 dell'Indice dei prezzi al consumo. Questo significa che, in media, i prezzi dei beni e servizi monitorati dall'indice sono aumentati del 25% rispetto a Novembre 2023. Ciò che nel mese di Novembre costava 100, a Dicembre costava 125. Ora, non ho intenzione di eccedere nell'approfondimento del tema inflazione, semplicemente perchè è stato un tema ampiamente trattato da autorevoli economisti (ad esempio qui) anche sulla stampa mainstream. Mi interessa quindi semplicemente far emergere il dato che dal grafico 1, Milei ha condotto la lotta all'inflazione seguendo due strategie fondamentali: un forte taglio della spesa pubblica (shock negativo di domanda, disinflattivo per definizione) e un forte piano di liberalizzazioni (uno shock positivo di offerta, anch'esso disinflattivo per definizione). Grazie a questo approccio radicale Milei è riuscito a riportare l'inflazione al livello pre-crisi. Vi propongo la situazione dell'Indice dei prezzi al consumo pre e post Milei nella diapositiva 2: 


Grafico 2: IPC dopo la cura Milei 


L'effetto del Piano Milei è certamente disinflattivo come mostrano i dati, quello che resta da definire è l'effetto sulla produzione (cioè sul Pil). L'effetto finale sulla produzione dipenderà dall'entità dei due shock indotti, e cioè da quale dei due (quello negativo di domanda dovuto al taglio della spesa pubblica o quello positivo di offerta dovuto alle forti liberalizzazioni) prevarrà sull'altro.

Io ho intenzione di approfondire esattamente questo aspetto, e più nello specifico fare quello che nessuno ha ancora fatto (almeno nel dibattito pubblico italiano) e cioè mostrarvi l'andamento storico del pil reale - dunque a prezzi costanti (in questo caso del 2004) e depurato dall'inflazione - argentino negli ultimi 22 anni. Mettere le variabili in prospettiva storica è fondamentale per cercare di comprendere la loro vera dinamica ed è a mio avviso cruciale per valutare l'impatto delle politiche economiche. Come riferimento in questa seconda parte utilizzo il database del Fondo Monetario Internazionale (WEO Database). Vi propongo la seguente diapositiva che ci restituisce uno scenario desolante sulla crescita reale argentina degli ultimi 20 anni e che nessuno ha mai sottolineato con l'enfasi necessaria soprattutto sui quotidiani italiani:


Grafico 3: 22 anni di crescita reale argentina, Pil reale e tendenza


Il livello del Pil reale argentino risulta, nel 2024, inferiore al livello del 2011 (710,782 miliardi di pesos contro i 689,593 miliardi del 2024). Questo significa che in tredici anni l'Argentina non solo non è cresciuta, ma ha anche bruciato ricchezza. Un'enormità della quale non mi pare si sia parlato a sufficienza. Lo scenario diventa ulteriormente degradante se lo mettiamo in prospettiva (a scopo puramente descrittivo) con la precedente tendenza di crescita reale ultra-decennale (1998-2012) che vedete nel grafico 4 in giallo. Se ipotizzassimo un andamento del Pil reale lungo quel trend storico, all'appello nel 2024 mancherebbero 400 miliardi di pesos. Questo inchioda ulteriormente i governi argentini precedenti, ed in particolare le politiche peroniste e kirchneriste che hanno letteralmente affossato la crescita economica reale argentina. In questo contesto arrivano però segnali positivi e di fiducia da parte del Fondo Monetario Internazionale nei confronti del governo Milei, chiamato dai suoi elettori non solo a sconfiggere l'inflazione (che come abbiamo visto dal grafico 2 è ormai tornato ai valori pre-crisi) ma anche a rilanciare la crescita del paese. Il Fmi nel recente World Economic Outlook ha pubblicato le sue stime di crescita reale per l'Argentina per i prossimi anni. Questo ci permette di valutare ed intuire quale potrà essere l'effetto sulla produzione del piano Milei. Inserendo le previsioni del Fondo nel grafico 4 possiamo ricavare ulteriori interessanti considerazioni:


Grafico 4: previsioni del Fmi sul Pil reale argentino


Secondo le stime del Fmi dal 2025 l'Argentina supererebbe il livello di Pil reale del 2011 (724,038 miliardi di pesos contro i 710 del 2011) sotto il quale era sostanzialmente rimasta per 13 anni, intraprendendo un percorso di crescita costante. Si rimarrebbe comunque ampiamente sotto il trend ultra-decennale che è riportato sul grafico in giallo, ma si verificherebbe (qualora le previsioni del Fmi si rivelassero corrette) un cambio di rotta significativo rispetto agli ultimi 13 anni. Ora, le previsioni del Fmi sono, appunto, previsioni che vanno quindi trattate e valutate con estrema cautela. Tuttavia la direzione che il Fmi indica è chiara ed è positiva sia per la valutazione del governo Milei sui risultati già ottenuti nella lotta all'inflazione, sia sulle prospettive di crescita future.

Perchè penso che il Piano Milei possa avere effettivamente successo anche sul lato della produzione oltre a quello legato alla stabilizzazione dei prezzi? C'è almeno un altro indicatore che a mio avviso merita di essere osservato e che è fondamentale per una crescita economica sostenuta e sostenibile nel tempo di un paese come l'Argentina, e parlo dell'indebitamento pubblico. Guardando l'evoluzione del Debito pubblico in % del Pil osserviamo quando segue:


Grafico 5: Debito Pubblico in % del Pil e previsioni


Anche qui i dati risultano incoraggianti. La previsione di riduzione del debito in % del Pil è sviluppata partendo da due assunti che derivano dall'impostazione delle politiche economiche di Milei: forte disciplina fiscale (con azzeramento dei deficit cronicamente registrati negli ultimi anni dai governi argentini) e rilancio della crescita economica del paese (rilanciando l'offerta con forte deregolamentazione e importanti liberalizzazioni). Questi due fattori combinati contribuiscono a ridurre significativamente il debito pubblico in % del Pil. Il ritorno a livelli sostenibili del debito pubblico è una condizione fondamentale per una crescita solida e di lungo periodo che l'Argentina meriterebbe dopo anni di povertà. In questo senso, e per tutto quanto esposto sopra, possiamo concludere che il Piano Milei stia funzionando (vedi la stabilizzazione dei prezzi) e - date le previsioni delle più auterovoli organizzazioni economiche internazionali - con ogni probabilità continuerà a funzionare, anche sulla crescita. 


(In post successivi approfondirò dati ulteriori sull'andamento del cambio ARS/USD (peso argentino/dollaro) e sull'evoluzione del saldo della bilancia dei pagamenti durante la cura Milei. Bisognerà approfondire poi - e ci sarà tempo - anche i 'costi sociali' in termini di occupazione e povertà)

Nessun commento:

Posta un commento

I numeri della Striscia di Gaza dal 7 ottobre ad oggi

I dati relativi alle vittime e ai feriti nella Striscia di Gaza sono forniti su questo database dal Ministero della Salute di Gaza. Il data...