Ieri ho terminato la sessione, dopodomani debbo partire verso la penisola iberica (precisamente alla volta della Comunità Valenciana) per alcuni giorni di stacco dopo settimane abbastanza impegnative. Oggi ho scaricato qualche ulteriore dato per continuare in parte la riflessione iniziata qui.
Il database che utilizzo e che è sempre opportuno esplicitare è quello di Eurostat, nello specifico nella sezione 'Economy and Finance' utilizzando i conti nazionali annuali dal 1995 al 2023. Ricominciamo da dove ci eravamo lasciati, cioè da quanto segue:![]() |
diapositiva 1 |
(Stavolta ve l'ho messa più grande e si dovrebbe vedere meglio....)
Come si può facilmente constatare dal grafico che vi ho sviluppato sopra, dopo la crisi dei subprime e nello specifico una volta scoppiata la crisi dei debiti sovrani (per Grecia, Italia ed in parte Spagna) la divergenza del Pil reale dalla precedente tendenza ultra-decennale è evidente. Cercando di approfondire le motivazioni di questa divergenza ciò che si può fare è visualizzare le componenti (in termini reali, chiaramente) del Pil reale che abbiamo visualizzato sopra. Quello che mi interessa è confrontare l'andamento delle componenti del Pil reale italiano prima con quelle della Grecia (il peggiore della classe nella diapositiva 1) e poi con quello delle componenti della Germania (il migliore della classe), cosi da poter avere una visione più precisa e accurata di quanto vediamo nella diapositiva 1. Iniziamo con la Grecia:
(Piccola nota metodologica: in questo caso per comodità nello sviluppo del grafico ho segnato con Y il Pil reale che è esattamente quello mostrato nella diapositiva 1 semplicemente rinormalizzato a 100 nel 2010 per necessità, con G intendo i consumi pubblici, con C i consumi privati, con I gli investimenti totali, con X l'export di beni e servizi e con IM l'import di beni e servizi , tutti normalizzati a 100 nel 2010)
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diapositiva 2 |
Qui non ci sono particolari sorprese, nel senso che quanto accaduto in Grecia a partire dalla crisi dei debiti sovrani rappresenta su scala molto più elevata quanto accaduto in Italia con il consolidamento fiscale del Governo Monti. In Grecia si registra una maggiore riduzione dei consumi pubblici ed un vero crollo dei consumi privati. Ciò che forse fa ancor più impressione è il crollo degli Investimenti totali (I). Gli investimenti totali (cioè i 'Total Investments' di Eurostat) racchiudono sia gli investimenti privati - crollati nella fase più acuta della crisi del debito greco - che gli investimenti pubblici, tagliati ampiamente per indirizzo politico (che qui ora non valutiamo nel merito). La dinamica dell'export e dell'import di beni e servizi è sostanzialmente analoga tra Grecia e Italia.
Confrontiamo ora i valori dell'Italia con quelli della prima della classe, cioè la Germania, di seguito la diapositiva 3:
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diapositiva 3 |
Qui il confronto offre degli spunti a mio avviso più interessanti. In particolare ciò che merita attenzione è l'andamento dei consumi pubblici e degli investimenti totali. I consumi pubblici in Germania hanno avuto una dinamica crescente sostanzialmente per tutto il campione preso (dal 1995 al 2023). Nello specifico i consumi pubblici sono composti da:
1) I beni e servizi acquistati dal governo per fornire i servizi pubblici (es. spesa per beni e servizi destinati alla pubblica amministrazione, salari dei dipendenti pubblici etc)
2) Produzione di servizi pubblici non di mercato (ad es. spesa per ospedali pubblici, istruzione pubblica, difesa, giustizia)
(NB: i consumi pubblici non contengono i trasferimenti e gli investimenti pubblici, quest'ultimi racchiusi nella categoria 'Total Investments')Quello che possiamo nitidamente vedere dalla diapositiva 3 è che la Germania ha speso dal 2010 molto più di quello che abbiamo speso noi per sviluppare e sostenere servizi pubblici (questo sicuramente data anche la diversa posizione debitoria di Italia e Germania che ha concesso maggior spazio ai tedeschi), in ogni caso questo si è inevitabilmente riflettuto positivamente sul Pil (reale) tedesco. Oltre ai consumi privati (la spesa delle famiglie), che presentano una divergenza significativa a partire dal 2010, mi colpisce la dinamica degli investimenti totali, che in Germania dal 2008 presentano un andamento crescente e che in Italia invece troveranno la via della crescita solo a partire dal 2020. Ciò che trovo opportuno fare nei prossimi giorni è approfondire ulteriormente questa dinamica degli investimenti totali, scorporandoli in investimenti privati e pubblici cosi da comprendere il ruolo dei governi tedeschi nel sostenere la propria economia.
Guardando a casa nostra, l'andamento dei consumi pubblici e degli investimenti totali (via investimenti pubblici) è figlio in parte anche di deliberate politiche economiche adottate (seppur da una situazione contestuale - quella della crisi del debito che abbiamo subito - che non consentiva particolare spazio quantomeno nell'immediatezza della crisi tra 2010/2011).
Ci risentiamo prossimamente con nuovi dati...
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